“Amici, condivido con voi una grande notizia: la Corte di assise di appello di Roma ha riaperto l’istruttoria nel processo per l’omicidio di Serena Mollicone disponendo di risentire tutti noi consulenti il 20 novembre prossimo. E sarà un’udienza incandescente…io sono pronta”.
Il post è sul profilo della criminologa Roberta Bruzzone, che già dal processo di I grado per l’omicidio della 18enne di Arce del giugno 2001 è consulente di parte civile per Armida Mollicone (sorella di papà Guglielmo) difesa da Federica Nardoni. La sua ‘controparte’ è il criminologo Carmelo Lavorino, consulente delle difese dei tre imputati della famiglia Mottola. Tra gli imputati anche Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano. Quest’ultimo, unico presente in aula oggi a Roma alla prima udienza del processo in corte d’assise d’appello dopo oltre un anno dalla sentenza emessa a Cassino. Una sentenza di assoluzione contro cui è ricorsa la procura della città martire. In aula anche il pm Beatrice Siravo, che insieme al pm Carmen Fusco ha rappresentato la pubblica accusa in tutte le udienze in primo grado.
La sentenza è attesa prima di Natale, probabilmente il 21 dicembre. Oggi la corte ha deciso di ammettere i consulenti tecnici, poi si valuteranno possibili altri testimoni.
Le difese dell’ex maresciallo Franco Mottola, della moglie Annamaria e del figlio Marco hanno definito le richieste inaccettabili, inammissibili e intempestive. Il PG Andrea Piantoni, (accanto a lui il Pm Siravo) aveva richiesto, infatti, l’ammissione di 44 testimoni e di una perizia di ingegneria robotica sull’impatto che ha provocato il buco sulla porta che era all’interno di uno degli appartamenti della caserma di Arce.
Lì dove Serena sarebbe stata colpita prima di ‘confezionarne’ il corpo e portarlo nel boschetto di Fonte Cupa dove è stato ritrovato il 3 giugno 2001.
Ed è questo il punto cardine di tutta la vicenda: dimostrare senza ombra di dubbio dove sia stata uccisa la ragazza.
Si torna in aula il 20 novembre, con grande ansia e aspettative dei familiari di Serena, lo zio Antonio Mollicone (difeso dagli avvocati Dario De Santis), la sorella Consuelo (difesa dagli avvocati Sandro Salera e Tony Iafrate), di Maria Tuzi (figlia del brigadiere Santino, morto suicida) e del suo avvocato Elisa Castellucci. Ma anche con l’agguerrita difesa degli imputati da parte degli avvocati Mauro Marsella, Piergiorgio Di Giuseppe, Francesco Germani, Emiliano Germani, Francesco Candido, Cinzia Mancini.