Villa Santa Lucia – Reno de Medici, i sindacati: dal sequestro del depuratore alla cigs il passo è breve

- Pubblicità -

Ripercussioni occupazionali per circa 180 lavoratori interni e anche sui circa altri 100 lavoratori delle varie ditte esterne. 

Le segreterie territoriali di SLC Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil parlano di ‘accanimento’ nei confronti dell’azienda. Parliamo della cartiera Reno de Medici di Villa Santa Lucia, all’interno della quale è stato disposto il sequestro del depuratore. Oggi era previsto un incontro sindacale tra i sindacati insieme alle rsu aziendali e la direzione dello stabilimento. All’ordine del giorno c’era l’illustrazione dell’andamento sugli impianti e la fermata estiva. 

“Con grande stupore – scrivono le sigle – siamo venuti a conoscenze che le autorità giudiziarie hanno disposto il sequestro dell’impianto di depurazione della Reno de Medici. Ma lo stupore è diventato sconcerto dopo aver ascoltato i motivi, nonostante il programma di investimenti già oggetto di un confronto positivo con le autorità competenti ed in gran parte già realizzati sull’impianto di depurazione della Reno.  

Ancor di più – prosegue la nota – non si comprende come sia possibile sequestrare un impianto manutenuto e performante, mentre nulla si sa sull’impianto a valle della Reno de Medici, tranne il fatto che colpevolmente nessuna manutenzione è stata eseguita dalla sua messa in funzione e sino all’estate 2022 dai vari soggetti responsabili del suo funzionamento. 

La preoccupazione principale della delegazione sindacale è che questo provvedimento cade in un momento di grande difficoltà dell’intero settore, che si aggiunge ad un fermo forzato di 5 mesi de 2022 e non da ultimo ad una ripresa lenta e faticosa nel 2023. 

Nonostante la Reno de Medici stesse faticosamente recuperando il gap creatosi con il fermo subito nel 2022 a causa delle note vicissitudini che hanno coinvolto il depuratore consortile ex Cosilam, oggi gestito da A&A, si vedrà adesso costretta a collocare, da subito, tutto il personale dello stabilimento in Cigs (circa 180 lavoratori interni) con conseguenti ricadute occupazionali anche sui circa altri 100 lavoratori delle varie ditte esterne che operano all’interno della cartiera”. 

“Per lo stabilimento significherà la chiusura totale con tutte le conseguenze economiche e sociali in un tessuto territoriale già fortemente provato da un elevato tasso di disoccupazione. 

Le sigle non comprendono questo esclusivo  accanimento nei confronti di un’azienda che ha dimostrato disponibilità in termini di investimenti, risorse, collaborazione e tutela dei posti di lavoro, a discapito dei risultati aziendali. Ed infine ci piace ricordare come la Reno de Medici, nonostante le difficoltà, sia sensibilmente coinvolta in tematiche ambientali come il riciclo della carta, il recupero dei gas ed il circuito chiuso del ciclo delle acque”. 

- Pubblicità -
- Pubblicità -
- Pubblicità -
- Pubblicità -
- Pubblicità -

Articoli Correlati

- Pubblicità -
- Pubblicità -