Venafro – ‘Marocchinate’, sit in di protesta dinanzi al cimitero francese per chiedere alla Francia il riconoscimento delle colpe dei soldati del CEF

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Iscritti dell’ANVM (Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate) hanno tenuto un sit-in di protesta davanti al cimitero militare francese di Venafro per chiedere alla Francia il riconoscimento delle colpe dei soldati del Cef.

“Chiediamo alla Francia di riconoscere le colpe dei suoi soldati coloniali che violentarono 60mila donne e uomini italiani – ha dichiarato Emiliano Ciotti, Presidente nazionale ANVM – occorre ridare dignità alle vittime delle marocchinate”.

Il pacifico sit-in di protesta si è tenuto ieri pomeriggio davanti al cimitero militare francese di Venafro.

Durante la Seconda guerra mondiale, nel 1944, “il Corpo di Spedizione Francese in Italia, composto da truppe coloniali (algerini, tunisini, senegalesi e marocchini), si macchiò di ben 60mila violenze nei confronti della popolazione civile italiana. Queste violenze bestiali, dal 1946 vennero definite con il termine ‘marocchinate’”.

L’occasione della pacifica e ordinata protesta, è stata la visita della Console generale di Francia a Napoli, Madame Lise Moutoumalaya, effettuata al cimitero militare di Venafro, dove sono seppelliti 3414 soldati francesi caduti nella Campagna d’Italia.

Gli iscritti all’ANVM hanno alzato dei cartelli con i quali hanno voluto denunciare il silenzio che è calato su queste vicende, ricevendo la solidarietà di diversi cittadini di Venafro.

“Chiediamo alla Francia di riconoscere i crimini commessi dai suoi soldati coloniali – dichiara Emiliano Ciotti, presidente dell’ANVM e nipote di un italiano ucciso dai magrebini francesi nel 1944 – questi soldati si macchiarono di violenze terribili: stupri, aggressioni, furti, rapine, razzie e omicidi. Tutte vicende che per troppi anni sono state volutamente sottaciute e che adesso il Governo francese dovrebbe riconoscere pubblicamente. Sarebbe un gesto di pacificazione importante – conclude Ciotti – che servirebbe a ridare dignità alle vittime e serenità alle famiglie che ancora piangono le violenze subite dai loro cari, ingiustamente dimenticati anche dall’Italia”.

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