Sud Pontino – La filiera tessile del Burkina Faso incontra il made in Italy. Di Spigno Saturnia e Formia le modelle che hanno rappresentato il nostro Paese

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Sono di Spigno Saturnia e Formia le modelle che hanno rappresentato l’Italia all’Expo in Burkina Faso; sono Michela Cardillo Stagno, diciannovenne di Spigno Saturnia, e Erica Filosa di Formia.

Le due ragazze sono state scelte per l’importante evento di interesse mondiale conclusosi pochi giorni fa in Africa dove si è svolta la fiera di cotone tessile dal 4 al 7 novembre.

Le due modelle, già molto conosciute nel territorio pontino grazie ai numerosi successi conquistati nei concorsi di bellezza nazionali e detentrici di numerosi titoli, hanno indossato gli abiti creati da Amelia Filosa e Lita Garcia Gurreonero, designers dell’Accademia Maiani di Roma.

L’evento ha avuto luogo a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso e centro amministrativo, culturale ed economico della nazione, le cui industrie primarie sono legate al settore alimentare e tessile.

Ed è proprio a proposito dell’industria tessile che Michela si è espressa, descrivendo minuziosamente gli abiti interamente realizzati in tessuto Faso Dan Fani, usato a dimostrazione di come sia possibile unire con un filo conduttore la filiera di cotone ‘burkinabé’ ed il potenziale di trasformazione che potrebbe offrire il tessuto industriale italiano.

Ospite d’onore di questo evento, patrocinato dal capo dello stato Kaboré e promosso dal ministero degli esteri Burkinabé e dall’Associazione Yeelba, è stata l’Italia: le due modelle italiane hanno avuto la possibilità di indossare e apprezzare tessuti del prodotto cotoniero tradizionale per eccellenza, il Faso Dan Fani, riuscendo così a favorire i contatti professionali e industriali che si stanno creando tra la filiera tessile del Burkina Faso ed il Made in Italy, attraverso la condivisione di tecnologia e innovazione del settore tessile locale.

“Un’esperienza fantastica, fra le più emozionanti alle quali abbia mai partecipato”, racconta la giovanissima modella Michela, che ha avuto la possibilità, grazie a questo importante evento, di potersi interfacciare con culture e tradizioni diverse, vivendo in un contesto che valorizza aspetti differenti rispetto alla realtà italiana, attribuendo maggiore importanza alle ‘piccole cose’.

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