Il dirigente medico della Casa circondariale di Frosinone è stato aggredito da un detenuto rilanciando la necessità del potenziamento dell’organico degli agenti.
“Purtroppo, dette aggressioni – scrive Massimo Costantino, segretario generale FNS Cisl Lazio – si ripetono negli istituti nei confronti del personale di polizia penitenziaria ed, anche, dei medici, infermieri ed altri operatori. Da quando apprendiamo il dirigente medico ha dovuto far ricorso alle cure mediche, giunto in ospedale mediante ambulanza.
L’istituto, come noto, è già in difficoltà per la carenza di personale. Quella di cui parliamo non è una emergenza annunciata ma un endemico gravissimo problema che da troppo tempo non vede la politica, il Parlamento, volersene occupare come necessario”.
Le criticità
“Gli ultimi due anni, fronteggiando una pandemia sanitaria che ha colpito duramente anche all’interno dei penitenziari italiani, ha costretto tutto il sistema a stringere i denti e fronteggiare le enormi difficoltà del sistema. Ma il Personale appare allo stremo con una dotazione di polizia penitenziaria in ambito nazionale insufficiente numericamente, con mezzi e strumenti spesso inadeguati e strutture vetuste, che necessitano di ingenti investimenti di manutenzione straordinaria e/o di complete ristrutturazioni. Così non è possibile andare avanti e la FNS CISL Lazio lancia l’ennesimo allarme, fornendo alcuni dati che possono rendere chiara la dimensione dei problemi”.
Il sovraffollamento
“Riferendoci solo ai 189 istituti penitenziari per adulti (per quelli minorili servirebbe una attenzione e verifica ulteriore) al 30 aprile 2022 erano 56.871 le persone detenute a fronte di una capienza regolamentare di 50.853 posti: ben 6.018 detenuti/e in più dei posti disponibili. Nel Lazio, invece, il sovraffollamento è di circa 355 persone recluse”.
La carenza di organico
“Per quanto riguarda il personale di Polizia penitenziaria, invece, riguardo ad un organico nazionale decretato di circa 41.200 unità circa (di cui quasi 38.000 previsti per gli Istituti ed il resto per tutte le specializzazioni e servizi diversi ma essenziali al funzionamento del Corpo) mancano all’appello oltre 4000 unità, questo per effetto dei tagli di spesa pubblica che furono decisi con la legge Madia. Nella Regione Lazio mancano circa 400 unità di Polizia Penitenziaria”.
L’appello
“Ci appelliamo quindi nuovamente al Ministro della Giustizia Marta Cartabia, affinché ci aiuti a convincere il Governo ed il Parlamento che è necessaria almeno una deroga per la Polizia Penitenziaria, che superi i limiti previsti anni prima dalla Legge Madia, e consenta non un aumento della dotazione del Corpo ma il suo effettivo completamento nelle assunzioni per rispettare quanto sancito come organico di necessità per il funzionamento del sistema. Non c’è più tempo Ministra Cartabia, il sistema penitenziario è al collasso”.