Provincia di Frosinone – Giornata regionale delle marocchinate, per il CDSC il 17 o il 18 maggio non sono la data giusta. Lettera aperta al presidente Zingaretti

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L’istituzione della “Giornata Regionale in Memoria delle Marocchinate” adottata dalla Regione Lazio e pubblicata sul BUR Lazio dell’11 agosto 2021, non trova consensi nel CDSC (Centro Documentazione e Studi del Lazio Meridionale”, che contesta la scelta della data.

Per questo, ha trasmesso una lettera aperta al presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Nicola Zingaretti, oltre che alla Giunta e ai Consiglieri.

Il CDSC non ritiene appropriata la data in cui dovrebbero tenersi le celebrazioni, cioè il 17 maggio di ogni anno o eventualmente il 18.

Il CDSC, quindi, nella nota, prima evidenzia il proprio impegno a favore della conoscenza delle “questioni legate alle scabrose e ignobili vicende accadute nel corso del 1944. Ha organizzato convegni, (come quello del 26 novembre 2004 a Cassino con rappresentanti dell’Union Nationale des Anciens Combatants Marocains), incontri e numerosi sono stati i volumi pubblicati sotto la sua egida”.

Poi, ricorda di aver sempre sostenuto e caldeggiato l’iniziativa di istituzione del Giorno della Memoria già nel 2013 e poi nel 20020.

Ma, aggiunge, “la data individuata per la celebrazione della ‘Giornata Regionale in Memoria delle Marocchinate’ che parrebbe essere quella del 17 maggio lascia interdetti e profondamente perplessi. A prescindere dalle polemiche già sorte su questo territorio, con riverberi anche in sede di Consiglio regionale e di Commissioni regionali, tra chi si mostra favorevole al 17 maggio e chi invece auspicherebbe lo slittamento al giorno successivo, va precisato che, a nostro giudizio, nessuna delle due date può essere in qualche modo esemplificativa del forte dramma patito e vissuto dalle popolazioni del luogo settantasette anni or sono”.

Perché no al 18 maggio
“La data del 18 maggio risulta essere sbagliatissima in quanto rappresenta il giorno in cui le truppe polacche del gen. Wladislaw Anders poterono innalzare la loro bandiera sulle macerie dell’abbazia di Montecassino conquistata dopo giorni di cruenti, sanguinosi attacchi e contrattacchi. Così la data del 18 maggio è convenzionalmente considerata rappresentativa della fine della guerra nell’estremo odierno Lazio meridionale e il Comune di Cassino la celebra annualmente con gran concorso di rappresentanti diplomatici, di rappresentanti delle istituzioni italiane, di associazioni di ex combattenti nazionali e internazionali e di loro discendenti”.

Perché no al 17 maggio
“Anche la data del 17 maggio appare sbagliatissima perché non appare esemplificativa. Ad Esperia, il Comune dove hanno avuto inizio le violenze sessuali lungo la Linea Gustav, si celebra in tale data, fin dal 2008, la ‘Giornata della Memoria’, intesa anche come liberazione del paese e appunto come contributo alla diffusione ‘tra i giovani [della] cultura della pace’.
Non è pensabile, né immaginabile, né auspicabile voler far coincidere a Cassino, ma anche a Esperia, due eventi, uno di celebrazione della liberazione del territorio che significa ricordare la fine del terribile, cruento, difficile, letale periodo bellico, con uno che ha il dovere di perpetrare la memoria collettiva di atti nefandi a meno che non si voglia sovrapporli affinché uno prevalga sull’altro facendolo sparire”.
Inoltre “va precisato che la data del 17 maggio (come appunto l’altra) non è rappresentativa e non è storicamente significativa. Sono apparse su alcuni organi di stampa delle motivazioni sulla scelta di quella data che appaiono estremamente puerili e antistoriche, se non ridicole. La scelta del 17 maggio deriverebbe dal fatto che in tale data «ebbero finalmente fine per la martoriata popolazione di Esperia le violenze, i soprusi, gli eccidi». Come già riferito quel Comune è stato il primo di quelli dislocati sulla Linea Gustav a sperimentare l’efferatezza delle violenze sessuali perpetrate dalle truppe coloniali francesi. Tuttavia, gli scempi non terminarono il 17 maggio (né furono contenuti nell’arco delle 50 ore concesse dalla presunta ‘Carta bianca’ e neppure furono circoscritti solo a Esperia poiché purtroppo proseguirono in tutti i paesi ‘liberati’ dalle truppe coloniali francesi lungo quella lingua di terra che risale verso settentrione a cavallo delle province di Frosinone e Latina che fu come ‘travolta da un uragano’ per le brutalità messe in atto dai soldati di colore.

Le proposte
“Signor presidente, signori assessori e consiglieri regionali una data di celebrazione del ricordo deve essere massimamente inclusiva. Bisogna che essa sia meramente rappresentativa, bisogna che costituisca essa stessa un simbolo. Ecco, dunque che c’è un ventaglio di date tra le quali si può scegliere come data di celebrazione della ‘Giornata Regionale in Memoria delle Marocchinate’.
15 maggio quando in quella data del 1944 le truppe coloniali francesi raggiunsero il ‘baluardo di Esperia’ entrando in territorio esperiano il primo a essere colpito dalle violenze;
16 maggio quando in quella data del 1944 iniziarono le ‘disumane offese’ perpetrate da ‘scellerati invasori’ a Serini e Polleca, radure ubicate al di sopra di Esperia e brulicanti di sfollati provenienti anche da paesi limitrofi, lì rifugiati in attesa della liberazione e già fiaccati e demoralizzati dalle pessime condizioni di vita cui erano stati costretti da nove lunghi mesi;
12 novembre quando in quella data del 1946 il sindaco di Esperia, Giovanni Moretti, nel corso della prima riunione dell’Associazione dei Comuni dalle Mainarde al mare tenutasi a Cassino, denunciò pubblicamente la ‘grave situazione’ della popolazione esperiana per le gravi offese subite, una denuncia che portò la questione alla ribalta dell’opinione pubblica nazionale e internazionale e nell’ambito delle istituzioni italiane e straniere;
14 ottobre quando in quella data del 1951 l’on. Maria Maddalena Rossi e l’Udi organizzarono a Pontecorvo una ‘affollatissima’ manifestazione di protesta con la partecipazione di molte donne che per la prima volta parlarono pubblicamente delle violenze sessuali subite”.

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