Dopo la conferenza stampa delle 12, in cui è stata annunciata la realizzazione di una fermata Tav a Ferentino, è il tempo delle reazioni e dei commenti. iniziamo da quelli dei sindaci di Ferentino Antonio Pompeo (anche nella qualità di presidente della Provincia) e di Roccasecca, Giuseppe Sacco.
“La fermata dell’Alta Velocità era un progetto atteso da anni che finalmente si concretizza, per ripensare il territorio in termini di nuove opportunità, minori distanze con la Capitale e il resto d’Italia, come nuova appetibilità per i nostri centri e come miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Un’infrastruttura – ha commentato il sindaco di Ferentino e presidente dell’Amministrazione Provinciale di Frosinone Antonio Pompeo – che sarà a servizio dell’intera provincia, permettendole di diventare uno snodo nevralgico per i collegamenti con Milano e con il sud. Non posso non evidenziare la soddisfazione anche come sindaco di Ferentino, una città che negli anni ha dimostrato di saper investire sulle infrastrutture: il casello autostradale, la superstrada, la riqualificazione della stazione ferroviaria”.
Il primo a commentare la notizia, già ieri sera quando era trapelata l’indiscrezione odierna, il sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco, che si stava adoperando per la realizzazione di una fermata Tav nella zona di Roccasecca.
“Dobbiamo esserne tutti entusiasti. Per raggiungere Milano basterà fare 30 Km e non sarà più necessario arrivare in capitale. Sono stato uno dei primi a parlare di TAV nel Basso Lazio coinvolgendo Cosilam, Università di Cassino, Banca Popolare ed altri ed abbiamo sottoscritto un protocollo di intesa sul presupposto che non bisognava farne una questione campanilistica. Non era importante dove (certo avrei gradito Roccasecca o Cassino), ma era importante avere una visione ampia per l’intero territorio e realizzare il progetto. E per me, oggi, questo è motivo di soddisfazione. Discorso diverso invece è come viene considerato il Cassinate dalla politica locale e Regionale. Non serviva la TAV per capirlo. Siamo considerati gli ultimi per risorse, per opportunità di lavoro; e cosa più grave non siamo capaci di fare sistema e di puntare i piedi per paura che ci vengano negate quelle briciole che preservano il consenso elettorale. Poco importa se quel silenzio ci costa caro in termini di impatto ambientale. Sono 4 anni che combatto questo sistema e più volte ho cercato invano di smuovere le coscienze del territorio. La disoccupazione, le carenze sanitarie (vedi i nostri ospedali chiusi) quelle infrastrutturali e le malattie non guardano il certificato di residenza. Valgono lo stesso a Roccasecca come a Cassino. Forse, adesso, qualcuno nel basso Lazio comincerà a capire come ci considerano a Roma e cosa rappresentiamo per la Regione Lazio. Siamo quelli del bastone e della carota. Siamo terra di conquista e carne da macello. E comprano il nostro silenzio accontentandoci con 4 caramelle per metterci l’uno contro l’altro. Ma di certo non comprano il mio di silenzio. Cari amici politici e amministratori del Basso Lazio, non vi offendete, ma io sono cresciuto per strada e le persone che vedo ogni giorno non le posso prendere in giro. Da queste parti abbiamo toccato il fondo da tempo. E non serviva la TAV per capirlo”.