Le indagini partirono grazie al racconto dettagliato delle vittime. E il terrore delle donne del treno Napoli-Cassino venne arrestato poco dopo e associato alla casa circondariale di Cassino.
L’uomo, un quarantenne di Mignano Montelungo, è stato condannato per rapina a 5 anni di reclusione in abbreviato. E al pagamento di una multa da 600 euro.
Fondamentale il riconoscimento fotografico delle vittime tra cui una signora di Piedimonte San Germano e una professionista di Atina, rappresentata dall’avvocato Gabriele Leone. Le accuse Rapine commesse con l’uso di armi bianche tra febbraio e maggio dello scorso anno sulla tratta compresa tra Cassino e Napoli. Sempre con lo stesso modus operandi.
Secondo quanto accertato dagli inquirenti il rapinatore seriale avrebbe “puntato” donne sole a cui poter portare via oro e denaro per poi svanire nel nulla, contando sul fatto che nessuna di loro avrebbe mai potuto riconoscerlo. Con un travisamento – che però non avrebbe coperto del tutto il volto – si avvicinava alle malcapitate e con un’azione rapida le rapinava per poi scendere alla prima fermata utile. Alla signora di Piedimonte San Germano aveva puntato contro un taglierino facendosi consegnare il portafogli (con buoni pasto, carte di credito e documenti oltre a circa 70 euro) e il cellulare. Poi era sceso dal vagone, mettendo fine a quell’incubo.
La professionista di Atina – rappresentata dall’avvocato Gabriele Leone – era stata rapinata addirittura della sua fede nuziale, oltre che del denaro e del cellulare. A mettere in moto le indagini era stata la vittima cassinate a cui poi avrebbe fatto seguito anche la seconda denuncia. Nel novembre dello scorso anno il gip del Tribunale di Cassino, Angelo Valerio Lanna, ha quindi emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per episodi di rapina aggravata dall’uso di armi bianche commesse su treni regionali della tratta Cassino-Napoli.
Nell’abitazione del quarantenne le forze dell’ordine avevano anche trovato dell’hashish. E per l’uomo si erano spalancate le porte del San Domenico di Cassino. L’elemento chiave Fondamentale,emergerà nel corso dell’udienza che nelle scorse ore ha portato alla condanna del rapinatore, il riconoscimento visivo delle vittime. Alle donne sono state infatti presentate alcune foto di persone già note alle forze dell’ordine per reati di specie. Quando è stata esposta la foto del quarantenne che all’epoca dei fatti aveva diversi chili in più rispetto ad oggi, entrambe non hanno avuto alcun tentennamento. La difesa del quarantenne ha optato per un abbreviato.
Ieri la decisione del giudice Perna del Tribunale di Cassino che lo ha condannato a 5 anni di reclusione.
Fonte: Ciociaria Editoriale Oggi