Molestie sul regionale Roma-Cassino: paura per le giovani pendolari

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Superato il comprensibile choc, non ci ha pensato due volte ed è entrata nella sede della Polizia Ferroviaria di Cassino. Per denunciare quanto le era accaduto solo poche ore prima, sul treno che la riportava a casa dopo una giornata di lavoro. Un fatto davvero spiacevole, un incontro faccia a faccia con un masturbatore che potrebbe anche essere seriale o avere analoghe compagnie, visto che nello stesso momento giungeva un’altra ragazza a sporgere denuncia su un fatto simile. E’ accaduto due sere fa, ad una 30enne cassinate, rimasta sola nel vagone (erano vuoti anche gli altri, ma lo ha scoperto successivamente) del treno che doveva giungere a Cassino alle 21.40. La giovane, mentre era impegnata ad inviare alcuni messaggi con il proprio cellulare, ha sentito ansimare. E’ bastato girare la testa ed ecco la spiacevole immagine di un giovane africano che si era scoperto le parti intime e, guardando nella sua direzione, era intento a masturbarsi. La giovane istintivamente è fuggita dal suo posto e ha cercato qualcuno a cui chiedere aiuto. Non era facile, con tutti quei sedili vuoti e di sera, ma fortunatamente si è imbattuta in un signore di mezza età e gli ha spiegato quanto accaduto. L’uomo, risoluto, è andato in cerca del ragazzo e lo ha affrontato. Non c’è stata nessuna reazione o contatto fisico, è bastata la rimostranza risoluta di un uomo che ha difeso una donna in difficoltà: e non è cosa scontata. Il tipo dall’eccitazione facile ha approfittato della prima fermata utile per scendere ed allontanarsi in tutta fretta. A seguire, è partita la denuncia, che subito è stata seguita da un’altra segnalazione. «In quei momenti sembri paralizzata, la paura è tanta, pensi che potresti essere vittima di una violenza sessuale senza che nessuno possa sentire le tua grida di aiuto». Il racconto è veloce, le parole della nostra lettrice corrono quasi a volersi sbrigare, per poter mandare via quei ricordi scomodi. Di quei lunghi istanti che l’hanno resa vulnerabile. E le hanno fatto comprendere il peso della fragilità quando credeva di poter essere solo autonoma, libera di viaggiare su un treno che arriva nella sua città dopo cena. Un’illusione. E allora ecco che scatta la solidarietà: «L’avviso per tutte è di essere prudenti e non viaggiare in vagoni isolati, ma nello stesso tempo di denunciare o segnalare ai capotreni qualsiasi episodio di cui si è vittime o testimoni. Non dobbiamo fargliela passare liscia». 

Fonte: L’Inchiesta Quotidiano

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