L’Italia riparte, la Provincia di Frosinone affonda. Disoccupazione e lavoro nero alle stelle.

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«Il mercato del lavoro in provincia di Frosinone continua ad essere caratterizzato da una stagnazione: non si riescono a recuperare i numeri degli occupati registrati prima del 2010 e questo a causa del perdurare della crisi in alcuni settori importanti dell’economia locale, primo fra tutti l’edilizia».


L’analisi contenuta nella relazione ministeriale della direzione territoriale del lavoro di Frosinone fotografa alla perfezione la situazione economica ed occupazionale in Ciociaria.
I dati sono del primo semestre 2015, assai indicativi quindi. Gli iscritti ai Centri per l’Impiego attualmente sfiorano le 124.000 unità e il tasso di disoccupazione è pari al 18,5%. Vale la pena di sottolineare che sei mesi fa gli iscritti erano 120.710. Le comunicazioni di avviamento al lavoro nel primo periodo del 2015 sono state 38.001 (19.829 donne e 18.172 uomini): 2.850 contratti in meno rispetto all’anno precedente, quando si era a quota 40.851. C’è poi un incremento dei contratti a tempo indeterminato (da 8.429 a 10.062) e una flessione di quelli a tempo determinato (da 32.422 a 27.939). Si legge nella relazione: «È auspicabile che tutto ciò sia l’annuncio di un’inversione di tendenza anche se bisogna ricordare che nel 2008, prima della crisi del 2009, l’incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni era pari al 28,1%, mentre nel primo semestre del 2015 siamo al 26,5% che risulta però ben superiore del 20,6% dell’anno precedente ». Impennata dei tirocini, passati in un anno da 870 a 2.739. Nell’analisi del Comitato per il lavoro e l’emersione del sommerso c’è scritto: «L’attivazione dei tirocini, per i quali è prevista a favore del tirocinante l’erogazione dell’indennità mensile da parte dell’Inps con oneri a carico del soggetto ospitante dei soli costi relativi alla copertura assicurativa Inail e per l’assicurazione del tirocinante per la responsabilità civile verso terzi, ha portato un forte incremento del loro numero». 

Fonte: Editoriale Oggi

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