Anche il capoluogo ciociaro figura fra i 20 Comuni italiani (9 capoluoghi di Regione, 9 capoluoghi di provincia e due Comuni di medie dimensioni) finiti al centro di un’attività ispettiva condotta dal Nucleo Speciale Anticorruzione della Guardia di Finanza di Roma e disposta su delega dall’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone.
L’attività di controllo in materia di anticorruzione e trasparenza è coordinata dal maggiore Cesare Rizzo del Nucleo Speciale Anticorruzione delle Fiamme gialle. «Ai finanzieri, l’Autorità ha chiesto di verificare, per ogni amministrazione interessata, la corretta predisposizione e attuazione del Piano triennale di prevenzione della corruzione (P.T.P.C.), del Programma triennale sulla trasparenza ed integrità (P.T.T.I.) e del Codice di comportamento per i dipendenti pubblici.
Lo scopo dei controlli è̀ quello di verificare il compiuto assolvimento degli obblighi previsti per legge in materia nonché́ il recepimento delle recenti indicazioni fornite dalla stessa Anac in sede di aggiornamento del Piano Nazionale Anticorruzione – si legge in una nota del Nucleo Speciale Anticorruzione delle Fiamme Gialle – Gli interventi si concluderanno con la elaborazione da parte delle unità̀ specializzate del Corpo di complesse e analitiche schede valutative che saranno rimesse al giudizio dell’Anac ed, eventualmente, al suo potere sanzionatorio. Con queste ispezioni, prosegue la sinergica attività̀ di collaborazione tra Anac e Guardia di Finanza che si attua anche tramite l’esecuzione del Piano ispettivo predisposto dell’Autorità̀, concernente, tra l’altro, proprio la vigilanza sui piani triennali di prevenzione della corruzione e sull’osservanza delle regole sulla trasparenza dell’attività amministrativa che deve essere garantita tramite la completa pubblicazione di documenti, informazioni e dati sui siti internet istituzionali nell’area denominata “Amministrazione trasparente”.
Gli altri settori che vedono l’intervento del Corpo su richiesta dell’Anac in attuazione del Piano ispettivo, afferiscono agli appalti pubblici, sia relativi ad opere che a forniture di beni e servizi, e alla verifica di ipotesi di inconferibilità̀ o incompatibilità̀ degli incarichi amministrativi dirigenziali».
Non è il primo caso in cui le verifiche dell’Anac si intrecciano con l’attività amministrativa del Comune capoluogo. Più di un anno fa, infatti, Frosinone era finita nella lista dei 116 in tutta Italia su cui si era concentrata la lente dell’Anac nell’ambito dell’indagine dell’Anac sulla corretta applicazione delle regole riguardanti l’individuazione dell’importo stimato dell’appalto in relazione alle soglie comunitarie. Infatti esiste una soglia comunitaria di 200mila euro per cui si deve andare a gara ad evidenza pubblica e non si può procedere con gli affidamenti diretti. Con l’indagine furono estrapolati dalla Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici, per ciascun anno, i dati relativi a forniture e servizi in economia affidati dal 1° gennaio 2010 al 10 marzo 2015, singolarmente di importo inferiore alla soglia comunitaria per verificare se nel complesso hanno superato la soglia consentita.
L’Anac si era concentrata infatti su una pratica che riguarda diverse amministrazioni. In sostanza un servizio può essere affidato direttamente se il valore dell’affidamento è inferiore ai 200mila euro.
Ma spesso accade che gli affidamenti in uno stesso anno di quel servizio, se si ripetono nel tempo, possono superare la soglia per cui l’appalto del servizio avrebbe dovuto seguire la strada della gara ad evidenza pubblica per la scelta del contraente da parte dell’amministrazione. In quell’indagine dell’Anac Frosinone finì fra i 90 Comuni su 116 analizzati «interessati da anomali fenomeni di ripetizione contrattuale, ed indici di potenziale violazione» del comma 10 dell’art. 29 del Codice dei contratti pubblici.
Nella lente dell’Anac erano finiti infatti finiti diversi affidamenti diretti alle cooperative fra 2013 e 2014 riguardanti sette servizi. Fra questi quelli che più si erano discostati dalla soglia dei 200mila euro erano i 5 affidamenti per i servizi di riparazione e manutenzione di impianti elettrici (per un totale di 242.571 euro) e i 2 affidamenti per l’Elettricità (da 240.848 euro totali). Fra gli altri servizi attenzionati anche quelli relativi a biblioteche e archivi, alla gestione dei parcheggi e quelli forniti da centri diurni per bambini e giovani disabili. Su tali questioni erano state poi anche inviate all’Anac delle segnalazioni dal Comitato degli ex Multiservizi, i licenziati che prima delle scelte compiute dall’amministrazione Ottaviani in tema di esternalizzazioni erano impiegati nello svolgimento proprio di diversi servizi comunali.
Fonte: L’Inchiesta