Frosinone – Pesante criticità del servizio sanitario in carcere. Interviene lo SNAMI

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Con una nota trasmessa a tutti gli enti ed autorità preposte, lo SNAMI, il Sindacato Nazionale dei Medici, ha posto risalto alla crisi del servizio sanitario in atto all’interno della Casa Circondariale di Frosinone.

Una grave carenza della dotazione organica, riguardante il Personale Medico ed Infermieristico – scrive il presidente Giovanni Magnante – sta avendo “pesanti ripercussioni sulla sicurezza sul lavoro dello stesso personale.

Per valutare le criticità occorre considerare che in tale penitenziario sono ristretti circa 630 detenuti, di cui una gran parte è affetto da gravi malattie”.

Il carcere di Frosinone “è classificato dal punto di vista sanitario come SAI (servizio di assistenza sanitaria integrativa), ossia è equiparato ai vecchi Centri Clinici, dove sono allocati detenuti con gravi patologie e bisognosi di cure intensive (cardiopatici, diabetici, nefropatici, soggetti con epatopatie correlata a HCV, HIV, HCV, pazienti psichiatrici ecc.).

Facendo un raffronto con gli altri SAI, emerge che la dotazione infermieristica di Frosinone è gravemente deficitaria, poiché è inferiore di oltre un terzo rispetto alla dotazione dei restanti Istituti.

A Frosinone ci sono solo quattro infermieri a turno la mattina, e spesso una unità è mancante e non viene neanche sostituita, tre infermieri il pomeriggio e due infermieri la notte.

Con questi numeri è palesemente impossibile erogare una congrua assistenza infermieristica tenendo bene a mente che, solo per l’attività consueta, si deve preparare 2-3 volte al giorno la terapia a circa 450 pazienti in trattamento farmacologico, somministrare farmaci ai numerosi pazienti psichiatrici accertandosi a vista che vengano assunti al momento, effettuare il controllo della glicemia e le terapie insuliniche ai diabetici, controllare la pressione ai cardiopatici, i parametri vitali a chi rifiuta il vitto e la terapia salvavita”.

Inoltre i pochi infermieri devono “supportare i numerosi specialisti che operano in sede, preparare le richieste dei farmaci per l’approvvigionamento alla farmacia interna ed esterna, collaborare con il medico SIAS nelle emergenze/urgenze e nelle visite non differibili e con il medico incaricato nelle visite ordinarie giornaliere”.

Non va meglio per la dotazione medica, “esiste solamente un medico incaricato, il quale è presente in Istituto solo tre ore al giorno, ed un solo medico SIAS presente H24 nel vecchio padiglione, mentre nel nuovo padiglione, dove ci sono oltre 300 detenuti sin da quando è stato aperto, non vi è nessun medico in sede.

E’ pressoché impossibile trovare un altro Istituto in Italia con un rapporto medici/detenuti così basso”.

Lo SNAMI, ricordando che questa situazione permane ormai dal 2015, sollecita tutti i destinatari della nota, ciascuno per le proprie competenze, ad intervenire e “precisa che se nel frattempo dovessero insorgere o emergere patologie, infortuni, o incidenti vari collegabili o riconducibili anche in senso pregresso alla mancata applicazione del DLGS 81-08, gli organi Asl di vertice in indirizzo, come soggetto datoriale, verranno ritenuti quali responsabili”.

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