Una situazione che di ora in ora cambia, si evolve e la cui gestione è sempre estremamente complessa.
L’arrivo dei profughi in Ciociaria e soprattutto nel capoluogo è continuo e si rivela necessario per decongestionare il flusso massiccio su Roma ed altre città italiane. Un’emergenza che sta mettendo in campo una forte azione sinergica che vede coinvolti la Prefettura di Frosinone, le associazioni di volontariato e le cooperative. Sui gruppi di immigrati vengono sistematicamente compiuti tutti gli opportuni controlli sanitari da parte della Asl. Viene dunque garantita la profilassi.
La prima accoglienza in Ciociaria viene offerta nell’area dell’ ex Mtc dove al lavoro ci sono gruppi di volontari di Croce Rossa, Protezione Civile ed altre associazioni, che assistono i profughi. Successivamente vengono fatti sistemare nelle strutture delle cooperative. Dalle ultime verifiche sanitarie sarebbe emersa su alcuni di loro, poche unità, la presenza di scabbia.
Si tratta di una malattia contagiosa di natura dermatologica che riesce ad essere debellata con trattamenti di breve durata e di massima efficacia. La malattia si sviluppa solitamente in condizioni igieniche precarie.
Le condizioni vissute dai migranti durante il viaggio per arrivare in Italia con le conseguenti difficoltà sono terreno fertile che permettono a questa malattia o a più semplici dermatiti di svilupparsi con facilità. La situazione è comunque sotto controllo e le attività di controllo, monitoraggio, prevenzione sono condotte con cura ed attenzione meticolosa.
Proprio ieri, sulla questione immigrati a Frosinone, abbiamo avuto, in diretta nel corso della trasmissione “Nel Mezzo del Mattin”, il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, che ci ha detto: <<Quella dei profughi è una questione insostenibile e quindi dobbiamo fare rete. L’emergenza non può ricadere solamente su alcuni comuni. Le quote devono essere ripartite in maniera equa. Le amministrazioni devono essere coinvolte in questo tipo di scelta , anche perché quando si provvede direttamente dal Ministero o da strutture istituzionali sovraordinate, rispetto ad enti locali, e poi si cerca di scaricare sui comuni i costi di queste scelte, si rischia il cortocircuito>>.
