Fedeli di Cassino contro la movida notturna «Grave mancanza di rispetto durante la notte di Pasqua»

- Pubblicità -

Musica alta durante la veglia di Pasqua. Al posto dei canti intonati dal coro – sabato scorso – c’erano ben altre note e decibel ad “arricchire” la funzione religiosa.
I fedeli che stavano seguendo la messa nella chiesa di Sant’Antonio non sentivano le parole del prete e viceversa. Ma non solo.
Durante il silenzio del venerdì santo, tra confessioni e preghiera in parrocchia, una banda musicale lungo corso della Repubblica ha “spezzato” il raccoglimento portando la mente altrove. Ecco perché il parroco don Benedetto ha concluso la messa di Pasqua, a mezzogiorno, raccontando che le funzioni religiose vengono “allegramente” disturbate da musica e schiamazzi continui, senza il minimo rispetto, laddove tutti reclamano continuamente lo stesso rispetto. E ha invitato i cristiani a non abbassare la testa in nome di un qualunquismo religioso.

I commenti

E ieri i fedeli si sono schierati al suo fianco nella “guerra santa” contro la movida molesta. Alcuni di loro hanno affermato: «Don Benedetto ha espresso il nostro pensiero. Ma non basta il pensiero, dobbiamo iniziare a far sentire la nostra voce». Oppure: «Gli ho detto grazie, anche perché il rispetto è diventato così raro». E ancora: «Il rispetto e la tolleranza non vanno declamati ma devono rappresentare un modo di vivere». Un gruppetto di signore ha rincarato: «Noi cristiani dovremmo farci sentire un po’ di più. Stiamo diventando una minoranza anche se non lo siamo».

Sui social

Anche sui social i parrocchiani hanno fatto sentire la loro voce: «Non ci sono parole per spiegare quello che è accaduto la notte di Pasqua. La città ha la sua spia rossa perennemente accesa in quel serbatoio di valori umani a secco da anni. Mai abbassare la testa, mai arrendersi. Ma senza le regole, senza valori, senza il rispetto per il prossimo e in quel che crede la città muore». Una “crociata” contro la movida dove l’obiettivo è far comprendere, soprattutto ai locali, che la presenza di una chiesa non è un puro elemento architettonico. All’interno c’è una “vita” fatta di persone che scelgono di passare del tempo immersi nella preghiera. «E come tutti meritiamo attenzione, perché l’eccessiva libertà di qualcuno diventa privazione per noi». Hanno concluso ieri mattina i parrocchiani.

Fonte: Ciociaria Editoriale Oggi

- Pubblicità -
- Pubblicità -
- Pubblicità -
- Pubblicità -
- Pubblicità -

Articoli Correlati

- Pubblicità -
- Pubblicità -