I giovani che diventano mercanti di sostanze stupefacenti illegali sono sempre di più e lo fanno sempre con maggior disinvoltura.
L’ultimo episodio risale a martedì sera quando, nella parte bassa di Frosinone, gli agenti della squadra mobile impegnati nei controlli di routine sul territorio hanno notato la vettura guidata da un giovane che procedeva con una andatura sospettosamente prudente. Il 25enne continuava a guardare nello specchietto retrovisore per sincerarsi che nessuno lo seguisse.
Il 25enne aveva già provveduto ad approvvigionare la “materia prima” e da qualche parte aveva predisposto l’occorrente per preparare le dosi che avrebbero fruttato circa 6mila euro.
Non solo venditore, quindi, ma quasi un artigiano dello stupefacente come ormai se ne trovano tanti tra i giovani.
Ragazzi che fanno dello spaccio la loro attività primaria e finire nella rete delle forze dell’ordine sembra essere diventato un rischio calcolato. Un rischio che spaventa loro meno degli agguati dei loro colleghi con cui si contendono i territori. Sanno che finire in manette comporterà una sospensione dell’attività per settimane, forse qualche mese, oppure neanche un giorno in particolare se vengono concessi loro i domiciliari da scontare nelle abitazioni che spesso diventano luogo di spaccio vanificando così, grazie a pene poco incisive o quantomeno miti, lo sforzo che fanno migliaia di poliziotti, carabinieri e finanzieri.
Fonte: Ciociaria Editoriale Oggi