Da Aquino fino a Edimburgo per sconfiggere la leucemia, ecco la storia di Samanta Mariani

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Da Aquino, passando per l’America, fino a Edimburgo in Scozia per sconfiggere la leucemia. È la storia di Samanta Mariani, 35 anni di Aquino, che sta lavorando per sconfiggere la leucemia e le malattie del sangue, trovando un sistema alternativo al trapianto del midollo osseo.

Una bella storia quella di Samanta – riporta Ciociaria Editoriale Oggi – fatta di impegno, sacrifici e anche qualche rinuncia:prima di arrivare in Scozia ha studiato Biotecnologie Mediche all’Università di Modena e Reggio Emilia, poi diversi anni in America. Sposata, Samanta ha due gatti che sono partiti con lei prima in America e ora le fanno compagnia a Edimburgo. Una vita in continuo “adattamento”. «Da quando sono in Scozia devo prendere integratori di vitamina D perché non c’è poco sole e il cambiamento più grande – racconta con ironia – è stato il totale abbandono dei vestiti estivi».

Ma il suo cuore resta ad Aquino dove torna ogni volta che può – ma in media un week-end ogni due mesi – per far visita ai suoi genitori. E più in generale il suo cuore è legato all’Italia nonostante sia “costretta” a lavorare all’estero, a condizioni che in Italia non le sarebbero mai state offerte. «Dal punto di vista lavorativo – racconta – lavorare all’estero è più facile perché ci sono più soldi e quindi si può fare più facilmente ricerca ad alto livello. Fare ricerca è stressante ovunque, ma almeno qui non dobbiamo lavare le provette usa e getta per riutilizzarle. Ci tengo però a sottolineare che ci sono laboratori di ricerca eccellenti anche in Italia che riescono a essere produttivi anche con pochi soldi. Se solo ci fossero in Italia le stesse risorse che ci sono all’estero non ci fermerebbe più nessuno. L’esperienza all’estero è fortemente consigliata per un ricercatore, la svolta per l’Italia sarebbe quella di diventare “un estero” attraente per chi italiano non è».

Samanta,seppur lontano da casa, sta facendo di tutto per cercare di migliorare la situazione italiana: fa parte di due associazioni molto attive nel campo della divulgazione scientifica in Italia. «L’importante non è combattere la “fuga dei cervelli”, ma promuoverne la circolazione – spiega Samanta – Io insieme ad altri colleghi faccio parte di un’associazione internazionale di ricercatori italiani AIRIcerca che mira a promuovere la figura del ricercatore in Italia. E AIRIcerca fa parte di un network di associazioni chiamato “Tempesta di Cervelli” che mira a coordinare il lavoro di tutte le associazioni che si occupano di scienza in Italia per cercare di risolvere insieme le criticità della ricerca italiana».

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