Il sette gennaio dovrebbero riprendere le lezioni scolastiche in presenza anche se restano ancora molti problemi da risolvere, che possono variare da scuola a scuola, anche in base alle singole realtà strutturali e logistiche.
La riapertura è legata al doppio orario, cioè due turni scolastici con ingresso alle 8 e alle 10 ed uscita alle 13 e alle 15.
Nel frattempo, è intervenuta una disposizione che riduce la durata delle lezioni fino ai 45-50 minuti; ma i problemi restano.
Non a caso, il doppio orario trova contraria anche l’Associazione nazionale dei presidi del Lazio.
Nei giorni scorsi, il presidente dell’ITIS di Cassino Pasquale Merino aveva chiesto una deroga al doppio orario per oggettive difficoltà della sua scuola; un istituto frequentato da studenti provenienti da tre regioni, quattro province e quasi sessanta comuni.
Studenti che, per fare il percorso scasa-scuola e viceversa, utilizzano fino a quattro mezzi a tratta con problematiche di tempi e coincidenze che rischierebbero di saltare considerando che i servizi di trasporto pubblico sono tarati sulle esigenze pre-Covid-19.
Ma l’orario unico creerebbe difficoltà negli assembramenti dei mezzi.
Insomma la situazione non è affatto semplice ed il direttore generale dell’Uffici Scolastico Regionale per ora ha confermato il doppio turno; ed i presidi stanno cercando possibili rimedi per tamponare le probabili falle.
Perplesso anche l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, che ha invitato il Governo a valutare bene la riapertura in presenza delle scuole superiori; “a mio avviso – aveva detto nel fine settimana – devono restare chiuse. Pensare di ripartire alle superiori quando registriamo in Italia più di 20.000 casi al giorno non ha senso”.
A Cassino, è in programma un incontro in municipio questa mattina, tra presidi e sindaco, per valutare la situazione e trovare soluzioni.