L’ipotesi di reato: corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio e rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio.
Tutti prosciolti perché il fatto non sussiste. Finisce qui, con la decisione del Gup Domenico Di Croce della Procura di Cassino, l’annoso procedimento giudiziario che aveva preso il via nel lontano novembre 2014 per la procedura abilitativa ad un esame di Stato gestito dall’Università di Cassino e del Lazio meridionale.
E che ha visto coinvolte sette persone (un professore ordinario aveva scelto il rito abbreviato ed era stato assolto, difeso dall’avvocato Gianrico Ranaldi) nel loro differente ruolo di docenti, candidati, loro familiari, dipendenti.
Il ‘fattaccio’ ipotizzato era l’illecito passaggio ‘sottobanco’ e in anticipo, dietro promessa di compenso, delle nove tracce della prova scritta da superare per diventare dottori commercialisti.
E’ finito tutto in una bolla di sapone, le persone coinvolte non sono state rinviate a giudizio, ma prosciolte. Erano difese dagli avvocati Eleonora Rea, Gaetano Tanzi, Filippo Misserville, Mariano GIuliano, Giovanni Sibilio.
Per conoscere le motivazioni occorrerà attendere la stesura da parte del Gup.