Il 23 marzo, il Tribunale del Riesame di Napoli sarà chiamato a stabilire se accordare o meno una richiesta di arresti domiciliari a carico del popolare attore comico napoletano Biagio Izzo, avanzata dalla Procura della Repubblica nei suoi confronti e di altre tre persone, per turbativa d’asta.
Tutto nasce dal pignoramento di alcuni beni subito dall’attore, da parte di Equitalia, in particolare una Vespa, una Fiat 500, un’altra auto, una moto ed altri beni mobili.
Le intercettazioni emerse nel corso di un’indagine della Guardia di Finanza, riguardante due funzionari di Equitalia, avrebbero fatto emergere un progetto finalizzato all’acquisizione dei beni pignorati da parte di terze persone che avrebbero poi fatto rientrare i beni nella disponibilità dell’attore.
Un ruolo di intermediario, in questa vicenda, lo avrebbe svolto anche un professionista di Cassino che però non è indagato.
Con questa ipotesi accusatoria, il Pm del Tribunale di Napoli ha chiesto gli arresti domiciliari per Izzo ed altre tre persone, trovando il parere contrario dei giudici partenopei, ma la Procura ha proposto appello, rivolgendosi al Tribunale del Riesame.
Il popolare attore napoletano è assistito dagli avvocati Angelo Pisani e Francesco Malafronte, esperto tributarista cassinate, il quale ha ridimensionato la vicenda, certo che il 23 marzo i giudici del Riesame non accorderanno alcuna misura cautelare a carico di Biagio Izzo e precisato che l’intermediario cassinate non è indagato ma è solo stato ascoltato dagli investigatori.