Nei prossimi giorni i veterinari dell’Asl dovrebbero stabilire se il mais coltivato nella zona sequestrata in località Nocione sia contaminato o meno.
La notizia ha generato la reazione degli ambientalisti che esprimono forti perplessità sull’opportunità di eseguire analisi e controlli sui prodotti coltivati in un’area in cui è stata accertata la presenza di rifiuti sepolti e di sostanze inquinanti.
Risultanze che aveva indotto il sindaco di Cassino ad emanare un’ordinanza di interdizione della coltivazione.
Adesso si apprende della possibile visita dei veterinari dell’Asl per analizzare i prodotti per accertare l’opportunità della raccolta.
“Ritengo una procedura singolare – commenta l’ambientalista Edoardo Grossi – in quanto, se l’ARPA Lazio, analizzando le zolle del terreno a monte e a valle di Nocione, ha trovato metalli pesanti in alcuni casi migliaia di volte superiore alla norma, ed il Sindaco è stato costretto ad emanare una ordinanza per l’interdizione della coltivazione, un motivo ci sarà.
A che serve ripetere le analisi sui prodotti?
Si vuole aggirare l’ordinanza?
Si vuole aggirare ciò che dice la scienza?
Se il terreno è contaminato non possono crescere prodotti sani! È la logica”.