Cassino – Le elezioni amministrative finiscono in Procura per presunte irregolarità

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Giallo sulle amministrative appena conclusesi nella città martire. Su trentatré sono circa sei i seggi in cui i “conti non quadrano”: tra questi due a Caira, una in via Montello (zona Colosseo), una in via Pascoli e due in via Bellini.
Stando però a quanto riferito da alcune fonti, sembrerebbe che ad essere stati visionati dai Carabinieri della Compagnia di Cassino (coordinati dal maggiore Silvio De Luca) siano stati i verbali elettorali di un seggio in particolare finito sotto la lente, di cui ovviamente non è stata ancora data certa l’identificazione. Tra le irregolarità registrate nel suddetto seggio vi è la forte impennata del numero dei votanti dalle 21 e 30 alle 23 di sera e la presunta “scomparsa” di alcuni voti in più rispetto agli aventi diritto.
Queste contestazioni, mosse anche immediatamente dopo le elezioni e dichiarate come presunti errori di trascrizione dal segretario generale Alteri, sono oggi finite direttamente in Procura.
La magistratura di Piazza Labriola ha deciso di andare a fondo e di consegnare all’Arma della Compagnia di Cassino tutta la documentazione del seggio poco chiara, dalle schede ai verbali.

Ad accendere la miccia sulle irregolarità delle elezioni soprattutto il Movimento Cinque Stelle che esordisce: “Si è creata una zona d’ombra nel quale sarà difficile vederci chiaro e, da cittadini, francamente è inaccettabile. A 10 giorni dalle elezioni non abbiamo ancora i risultati definitivi dei voti di lista, sezione per sezione. Perché ci sono le preferenze e non i voti di lista sezione per sezione? Oggettivamente sarebbero più importanti i voti di lista in quanto è in base a questi che si assegnano i seggi. Come mai alla sezione 26 non ci sono dati? Come mai, dai dati ufficiali del comune, risultano più votanti che elettori? “ .
E denunciano: “Dai nostri approfondimenti risultano sparite, nelle sezioni in cui abbiamo dati certi e definitivi, almeno 20 schede. Chiederemo chiarezza su molte questioni”.
Ora alla Procura il compito di fare luce sulla questione.

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