“La ‘fermata di Cassino’, inserita tra i 10 luoghi da visitare almeno una volta nella vita”: è l’accattivante post che sta spopolando sul Web per denunciare i quotidiani disservizi della linea Campobasso-Roma.
Ed il post prosegue spiegando che “Il prestigioso riconoscimento è della rivista ‘Nature’ che inserisce nella speciale classifica anche la Grande Barriera Corallina in Australia, il Parco Nazionale di Lençois Maranhenses in Brasile e l’insediamento di Macchu Picchu, in Perù.
“La ‘Fermata della stazione ferroviaria di Cassino (FR)’ è stata inserita dalla rivista ‘Nature’, tra le 10 località da visitare almeno una volta nella vita”.
Articolata la motivazione del riconoscimento, “… ufficializzato oggi nel corso di una cerimonia che si è tenuta al “Mandela Congress Center” di Trivento (CB)”.
“Si tratta – si legge nella motivazione – di un esempio ammirevole di insediamento urbano che coniuga perfettamente scale, binari, ritardi, treni, Molise, bestemmie, malori e macchinette obliteratrici rotte.
La biosfera umana presente sul posto è il frutto di contaminazioni uniche e si è sviluppata grazie a un processo darwiniano di conservazione della specie e di affinamento delle capacità di sopravvivenza”.
A seguito del riconoscimento, si legge ancora nel post, “Trenitalia Molise ha deciso che la tratta ferroviaria Campobasso-Roma da oggi si chiamerà – in onore di questo premio – la ‘Campobasso-Cassino-e poi forse Roma’”.
L’ironica e composta protesta, come è facilmente intuibile, parte dai pendolari del Molise, riuniti nel gruppo “il binario 20 bis”, il famoso binario della stazione Termini di Roma, aggiunto tra i binari 20 e 21, distante quasi un chilometro dalla biglietteria.
Pendolari che già non digerivano che il “loro” treno diretto a Roma debba fare sosta anche a Cassino, ma soprattutto non digeriscono che a questa fermata si aggiungano i disservizi molto bene spiegati nella ‘motivazione’ e di cui sono vittime quotidianamente, oltre che loro, anche tutti i pendolari laziali.