Cassino – Inquinamento atmosferico: la riflessione del dottore e consigliere comunale Sergio Marandola, le scelte dell’Amministrazione Comunale e il futuro prossimo

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Mentre i potenti della terra si incontrano per fare il punto, tragico, dell’emergenza ambientale globale e studiare (ma lo faranno davvero) le strategie di riduzione e contenimento, il dottor Sergio Marandola, radiologo presso il Santa Scolastica di Cassino e consigliere comunale, lancia una riflessione.

Coglie l’occasione da questi summit per “descrivere due modelli opposti di sviluppo urbano, applicandoli alla nostra città, Cassino”.

1° modello
“Nel primo modello la mobilità è, come si suole dire, sostenibile. Nelle strade circolano solo veicoli elettrici: auto, moto, monopattini. Oppure ci si sposta in bicicletta, o si cammina a piedi nel centro, si ammirano con calma le vetrine dei negozi, e i commercianti aumentano il giro di affari.
Forse vedremo questo spettacolo tra qualche decennio, e per quanto mi riguarda purtroppo non so neanche se farò in tempo ad ammirarlo”.

2° modello
“Il secondo modello è quello attuale. Gli scarichi delle auto vanno ad appesantire uno smog urbano che ha difficoltà ad essere smaltito, in quanto la città è edificata in una conca, circondata dai monti, con scarso ricambio di aria”.
Dopo aver descritto i due ‘modelli’, Marandola cala il ragionamento sul dibattito avvenuto in consiglio comunale, l’ultimo dove ha pensato ai due modelli ascoltando “due posizioni assunte nel corso del dibattito, che non posso condividere”.

La posizione del consigliere De Sanctis
“La prima era del consigliere De Sanctis, che ha deciso di allontanarsi dalla maggioranza (con mio personale dispiacere) . Egli afferma che installare 16 punti di ricarica per auto elettriche, provocherà un danno economico annuo per il Comune di circa 85000 euro. Cifra che, poiché la matematica non è un’opinione, si ottiene moltiplicando il costo orario di stazionamento di un ‘auto in uno strallo, di 1,2 euro x 16 strallix12 ore al giorno x365 giorni all’anno. Quindi si perderebbe questo notevole incasso, poiché lo stallo sarebbe occupato da un’auto elettrica in ricarica, che poi avrebbe anche un’ora di stazionamento gratuito. A parte il fatto che il consigliere interrogante non ha considerato che la domenica e le feste comandate il pedaggio non è dovuto, e quindi bisogna decurtare la cifra calcolata di un sesto. Ma poi, dove sono tutte queste auto elettriche in giro per la città pronte a congestionare le centraline di ricarica che andremo ad installare? Centraline che avremo peraltro a costo zero per il Comune, con annesso utilizzo di un’auto elettrica per il nostro ente. Sono problemi che, per esempio ad Oslo dove i veicoli elettrici sono già in maggioranza, non si pongono neanche, perché un’aria pulita non ha prezzo. Ed un’aria con minor concentrazione di polveri sottili, di anidride carbonica ed altre sostanze tossiche, riduce la percentuale di broncopatie, neoplasie polmonari ed anche di infezioni da Covid”.

La posizione del consigliere Evangelista
“Il secondo passaggio per me discutibile è stato quando il consigliere Evangelista ha definito le corsie ciclabili pericolose. Conosciamo tutti l’incursione in città del telegiornale satirico Striscia la Notizia. Le critiche espresse durante la trasmissione su irregolarità tecniche nel disegno del tracciato hanno generato una correzione degli errori. Ma non è questo il punto focale della controversia. Il punto è la refrattarietà al cambiamento, del pensiero pigro e conformista di alcuni personaggi, che, per esempio, dopo aver pranzato a cannelloni e cotechini, si recano a prendere un caffè a bordo di un suv di 3000 di cilindrata, e per percorrere 500 metri in comodità, non vogliono vedere strisce disegnate per terra che disturbino la loro regale marcia. Ma la lesa maestà raggiungerebbe l’acme se un inopportuno ciclista osasse rallentare di 10 secondi il tragitto del nostro signorotto. Peccato che poi, arrivato a 60 anni di età, il nostro eroe, si dirige ad alta velocità verso il pronto soccorso all’interno di un’ambulanza. E assicuro i gentili lettori che di questi ‘igienisti’ ne ho visti molti nella mia trentennale esperienza ospedaliera. Così come ho visto arrivare diversi politraumi di ciclisti asfaltati dagli automobilisti. Ma nella stragrande maggioranza incidenti avvenuti nelle strade extraurbane, ove la velocità dei veicoli è maggiore, e non esiste la barriera psicologica e visiva delle linee bianche tratteggiate per terra per delineare lo spazio riservato alle biciclette. Tanto è vero che in giro per l’Europa esistono città con centinaia di chilometri di piste e corsie ciclabili”.

L’appello ed il monito
“Per costruire una mentalità nuova ci vogliono decenni, ma la cosiddetta transizione ecologica sarà lenta ma inesorabile. Cominciamo noi, nel nostro piccolo, a fare qualche passetto in avanti. Anche perché con il debito pubblico italiano, può darsi che tra qualche anno andremo tutti in bici, o a piedi. Per necessità, e non per scelta”.

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