Sessanta giorni di tempo. A partire dal 2 aprile 2025. Sono questi i termini entro i quali dovrà essere ultimata e consegnata la villa comunale di Cassino, pietra dello scandalo della politica. E’ decisione delle ultime ore da parte dell’amministrazione comunale. Potrebbe essere una inaugurazione nel segno della Festa della Repubblica, dunque, dopo aver visto svanire quella del 25 aprile, Festa della Liberazione nella quale si svolge, da tradizione cassinate, la Maratona di Primavera a cura del Cus Cassino.
E dire che proprio questa mattina dal Centrodestra si era levato un appello alla trasparenza e alla responsabilità sul polmone verde cittadino.
“Con la salute della comunità non si scherza. Eppure, la situazione della Villa Comunale di Cassino – uno dei luoghi simbolo della città, frequentato ogni giorno da famiglie, bambini e anziani – suscita da tempo serie preoccupazioni” hanno sottolineato i partiti di Fratelli D’Italia Cassino e Lega Cassino.
“Il cantiere per la riqualificazione dell’area, finanziato con un intervento da 2.400.000 euro, risulta fermo da mesi, e le prospettive per la ripresa dei lavori restano avvolte nell’incertezza. Una sospensione che, col passare del tempo, ha sollevato interrogativi sempre più pressanti, aggravati da presunte irregolarità nella gestione del materiale di risulta proveniente dalla demolizione di un vecchio fabbricato.
Stando a documentazione fotografica, video e sopralluoghi effettuati da cittadini e associazioni ambientaliste, vi sarebbe stato l’interramento di rifiuti edili in assenza delle necessarie procedure di smaltimento. Un’accusa grave, che ha spinto diverse associazioni a chiedere con forza verifiche, analisi ambientali e chiarimenti da parte dell’Amministrazione.
A seguito delle segnalazioni, si sono registrati molteplici interventi da parte delle forze dell’ordine, tra cui Guardia Costiera e Carabinieri Forestali, e la vicenda è stata portata all’attenzione nazionale da servizi giornalistici trasmessi dalla Rai.
Il tema è stato oggetto di discussione in Consiglio comunale, ma le risposte fornite dall’Amministrazione Salera si sono rivelate spesso vaghe, contraddittorie e altalenanti: si è parlato inizialmente di controlli effettuati e di sanzioni elevate, poi di corretto smaltimento dei rifiuti, quindi di verbali tecnici attestanti la regolarità degli interventi. In seguito, è stato fatto riferimento ad analisi del terreno in vista della semina dell’erba, ma nessun esito concreto è stato mai pubblicamente condiviso. Anzi, si è persino ipotizzata la necessità di rimuovere parte del terreno già posato perché non idoneo alla piantumazione.
Intanto, la Villa Comunale rimane chiusa, e Cassino continua a essere privata di uno spazio fondamentale per la socialità, il benessere e la qualità della vita urbana.
A questo punto, non è più tollerabile che la responsabilità dei ritardi venga attribuita a chi ha sollevato legittime preoccupazioni. I termini contrattuali per la consegna dell’opera risultano ampiamente superati, e le segnalazioni provenienti da cittadini e associazioni non possono essere utilizzate come pretesto per giustificare l’inerzia o l’opacità amministrativa.
Esistono atti, fotografie, video, esposti. Esiste una città che chiede verità, trasparenza e sicurezza. È doveroso – oggi più che mai – fare piena luce su quanto accaduto: scavare, analizzare, verificare e pubblicare ogni risultato, senza reticenze.
Se, come afferma l’Amministrazione, tutto è stato eseguito secondo legge, non ci sarà nulla da temere. Ma se, al contrario, le omissioni e i silenzi dovessero celare irregolarità, sarà compito della politica – e dovere della cittadinanza – pretendere che se ne assumano le responsabilità.
I partiti di Fratelli D’Italia e Lega chiedono pertanto:
- L’immediata pubblicazione dei risultati delle analisi ambientali e dei verbali tecnici già nella disponibilità dell’Ente, nonché di quelli ancora attesi a seguito di prelievi e campionamenti eseguiti dagli enti competenti;
- La verifica puntuale delle modalità di smaltimento dei materiali di risulta utilizzati nel cantiere;
- L’adozione di un cronoprogramma chiaro, vincolante e pubblico per il completamento dei lavori e la riapertura della Villa Comunale;
- L’accertamento di eventuali responsabilità amministrative connesse a ritardi, omissioni o scelte non conformi alla normativa vigente.
Un’opera pubblica di tale rilevanza non può e non deve trasformarsi in un caso ambientale. La Villa Comunale deve tornare a essere ciò che è sempre stata: un bene comune, aperto, sicuro e rispettoso dell’ambiente”.