Un dibattito serratissimo, un dialogo a tre che ha tenuto alta l’attenzione della platea racchiusa nella sala Meeting del Teatro Manzoni di Cassino. Un 8 Marzo differente, quello ideato dall’associazione Futura che ha affidato ad Elena Pittiglio la conduzione giornalistica della doppia intervista ad Anna Teresa Formisano e Giada Curti.
Una narrazione leale, come aveva anticipato la presidente Maria Vittoria Andreotti, che con la scelta delle due ospiti ha voluto lanciare un messaggio ben preciso.Due eccellenze, l’una in politica l’altra nella moda, che pur avendo tante opportunità di lasciare questo territorio lo hanno invece difeso strenuamente, valorizzandolo in tutte le occasioni e in tutti i contesti possibili.
Donne forti ma sensibili entrambe, con un grande senso della famiglia e delle radici. Ed è proprio grazie ad una salda rete familiare e alla loro capacità di essere pioniere e visionarie, che sono riuscite ad imporsi in mondi difficili, prevalentemente a trazione maschile. Non si sono mai fatte intimidire.
La Formisano, a partire dal 1978 e ancora prima al liceo si è sempre distinta per caparbietà e voglia di emergere; si è distinta partendo dalla Dc, unica donna in consiglio comunale, in giunta, nel cda del consorzio industriale, in consiglio regionale, in giunta regionale. Poi è approdata alla camera dei deputati. A quel punto avrebbe potuto diventare anche il primo sindaco donna di Cassino, se solo avessero accettato la sua richiesta inderogabile: formare tre liste civiche a sostegno della sua candidatura. “Volevo una maggioranza solida, per non essere mai sotto ricatto di qualche consigliere o assessore”. E ancora prima, se non le avessero messo un freno perché ‘troppo giovane’. “Avevo 39 anni, quella volta non mi candidai per niente, andai al mare e perdemmo malamente”.
La passione per il canto, per la cucina, l’amore per i figli e i nipoti, il rapporto solido con un marito autorevole che l’ha sempre sostenuta, una sorella che è la sua più grande confidente, la fede religiosa e i genitori, punti di riferimento costante. La Meloni? “Non deve mai dimenticare di essere il presidente del Consiglio, non la Giorgia del passato. A volte lo fa. Il consiglio è:meno social, meno annunci e orientamento più deciso”.
Quando il microfono è passato alla stilista internazionale Giada Curti, le risposte hanno rivelato una personalità ricca di sfumature, con radici salde e tanto slancio per la bellezza in tutte le sue forme. Da Pontecorvo a Dubai passando per Alta Roma, Giada, quattro figli ed una semplicità disarmante, si è detta grata alla vita e alla sua famiglia.
“A quattro anni già sapevo che avrei lavorato nella moda grazie a mia nonna. Guardavo i campionari, da lei ho imparato ad accogliere le clienti. Entrambe le nonne sono state donne straordinarie”. Poi Pontecorvo, la preziosa esperienza della suocera Pina Curti, il coraggio del marito Antonio. Suo, infatti, il folle e ambizioso progetto di partecipare ad un bando di internazionalizzazione.
“Mi sento una donna libera, ho fatto tutto quello che volevo e senza limiti”. Tra le 20mila spose che ha vestito, un posto speciale nel suo cuore è per la giornalista Mimma Panaccione, scomparsa nel 2017 per un tumore al seno. Grazie a lei riuscì a portare un messaggio di prevenzione in una sfilata. Poi ne sono arrivati altri, sull’omofobia, sulla lotta allo stalking, una testimonianza sociale dietro l’altra.
Donne e lavoro? Se la Formisano si è distinta con proposte di legge a tutela delle madri lavoratrici attraverso la creazione di asili aziendali e forme di sostegno per diversamente abili, la Curti sottolinea come la gravidanza o l’età non debba mai essere penalizzante.
“In azienda ho donne di tutte le età. Ho assunto la mia seconda tata che era incinta del suo secondo figlio. La gravidanza non è una malattia, ma molte donne se ne approfittano, purtroppo. I figli? La collezione più riuscita della mia vita”. Lo stile di Giorgia Meloni? “Un cappotto corto slancia la figura”. La donna che vorrebbe vestire, però, non è del nostro Paese. È La splendida ed elegante Rania di Giordania. Un altro obiettivo, una nuova sfida.