Quattro città (Cassino, Frosinone, Sperlonga e Gaeta) unite da un’unica proposta di divulgazione scientifica. Con protagonisti i giovani ricercatori e le scuole
Notte Europea dei Ricercatori, per la prima volta è la città di Cassino e non solo il Campus Folcara e le sedi didattiche dell’Unicas come in passato, ad accogliere una serie di eventi che non solo sono più numerosi, ma anche di qualità più elevata, come sottolineato oggi nella presentazione di “STREETS to (the) square”. Streets è l’acronimo di Science, Technology and Research for Ethical Engagement Translated in Society.
Non certo agevole spiegare, data la vastità del progetto, tutto ciò che il mondo universitario della ricerca, nelle due giornate del 26 e 27 Settembre, è riuscito a calare nel contesto culturale, scolastico e associativo di ben quattro città (Cassino, Frosinone , Gaeta e Sperlonga), ma è bastato percepire l’entusiasmo di chi sedeva al tavolo dei relatori oggi nella Sala Restagno del Comune di Cassino per comprenderne la portata.
Il Sindaco Enzo Salera ha sottolineato la proficua collaborazione tra Comune e Ateneo che da anni arricchisce il territorio grazie alla condivisione di progetti e di professionalità di alto livello, mentre il Rettore Marco Dell’Isola ha spiegato quanto sia importante portare il linguaggio e gli esperimenti della ricerca all’esterno delle aule e dei laboratori, divulgando il più possibile i risultati raggiunti nei diversi contesti, anche in collaborazione con le imprese.
A Cassino saranno protagonisti il Palazzo della Cultura, la Piazza Diamare, il Teatro Manzoni, il Museo Historiale, l’Atrio delle Suore Stimmatine dove ha sede l’I.C. Rita Levi Montalcini, l’Aula Magna di Ingegneria: sono i luoghi scelti per mettere a disposizione della città le tante iniziative da divulgare.
Del significato più profondo della Notte Europea dei Ricercatori ha parlato il Prorettore alla Terza Missione Luigi Ferrigno (coordinatore scientifico del progetto), spiegando come sia possibile far arrivare ai giovani, raccontandolo nel modo più semplice, quella capacità che la Ricerca ha nell’aiutare la vita di tutti.
“Parliamo di tanti progetti che sono europei, che sono realizzati con altre nazioni. Stiamo provando a dare delle soluzioni su temi come la mobilità, la sostenibilità, ma anche temi in qualche modo letterari, artistici. E poi, perché la Notte? Siamo abituati alla ricerca che si fa di giorno, chiusi in un laboratorio e invece noi vogliamo uscire di notte nei posti in cui si incontrano le persone, come le piazze per dimostrare che questa ricerca non è distante, ce l’avete sostanzialmente sotto casa e vi viene incontro nei posti in cui le persone si incontrano”.
Le scuole hanno aderito in modo massiccio e hanno portato anche i loro piccoli risultati di ricerca e proprio a questo proposito, l’assessora alla Pubblica Istruzione, Turismo, Sport e Pari Opportunità, Maria Concetta Tamburrini ha ricordato l’importanza di vedere che l’Università esce dai muri dell’ateneo per entrare nella città, dando luogo ad una sinergia incredibile. A mettere insieme le idee e a renderle operativamente realizzabili attraverso una rete di contatti ci ha pensato la responsabile dell’ufficio comunicazione digitale, Roberta Vinciguerra.
“E’ una proposta vincente per il fatto che si realizza all’interno della città e perché mette insieme, fianco a fianco, professori, studiosi e ricercatori con i ragazzi di terza della scuola secondaria di primo grado e i ragazzi che stanno per scegliere l’università.
Un modo per crescere, per migliorare se stessi e se i cittadini puntano a migliorare se stessi migliorano la società e se noi ci riusciamo nella città ci riusciremo nella provincia nella regione e nella nostra nazione” ha concluso l’assessora Tamburrini.
L’Assessora alla Cultura, Comunicazione e Innovazione digitale Gabriella Vacca, che da insegnante in una scuola secondaria di I grado, da ex studentessa e cultore della materia all’Unicas, ha sposato in pieno questo coinvolgimento attivo della città nella Ricerca.
“E’ uno scambio – ha sottolineato – un aspetto fondamentale perché mettere a disposizione i luoghi della cultura è anche un modo per valorizzare gli spazi della città e rendere possibile un incontro tra ricerca universitaria e comunità”.