La diatriba è andata avanti per giorni ed ha interessato anche i media nazionali, nello specifico Canale 5, con i giornalisti incuriositi e divertiti da quella querelle (sorta da un articolo del collega Alberto Simone) che ha visto contrapposte due posizioni.
Quella degli ambientalisti (in particolare Edoardo Grossi interpellato e intervistato da Mediaset) e dei detrattori delle melodie delle campane di Sant’Antonio, giudicate acusticamente intollerabili e non adeguate ai tempi perché prolungate nel loro suono a distesa. E quella del parroco Don Benedetto Minchella e dei suoi fedeli che invece hanno difeso a spada tratta quel melodioso scampanio utilizzato dall’antichità per richiamare i fedeli alle funzioni religiose e segnare al contempo i rintocchi orari.
A fare da ‘grancassa’, ovviamente il web con le sue inevitabili derive social e le bordate dall’una e dall’altra parte, con colpi, accuse e controaccuse. E’ finito tutto in una gran caciara fino a mercoledì, quando il parroco ha deciso di silenziare il campanile. Nessun rintocco, a qualsiasi ora. Il vuoto in piazza Diamare ha sconcertato la cittadinanza.
E’ parsa una soluzione drastica e nemmeno cercata, perché nessuno aveva chiesto di arrivare a tanto. Don Benedetto, invece, oggi ha spiegato pubblicamente di essersi preso ‘una pausa’ di 24 ore per contatare l’Arpa.
“Dopo aver silenziato Il Campanile per 24 ore al fine di comprendere quale scelta migliore compiere, ho telefonato all’ARPA (agenzia regionale protezione ambientale) che mi ha comunicato il testo degli accordi tra lo Stato e la chiesa in merito all’uso del campanile e dunque mi ha attestato che le campane in funzione delle Celebrazioni potranno essere sempre suonate e non sottostanno ad alcun vincolo inerente l’inquinamento acustico.
Le uniche modifiche apportate saranno l’eliminazione della campana a distesa che segna mezzogiorno, poiché non è collegata ad una celebrazione ma saranno sufficienti i 12 tocchi del campanile. Inoltre è concesso l’uso della musica registrata a livelli moderati e, sempre per amore della pace, ho diminuito il volume dell’Ave Maria che scandisce l inizio e la fine della giornata. Grazie a tutti per la solidarietà e l’affetto dimostratomi. Don Benedetto”.
E qui si chiude, parrebbe. A meno di ulteriori ed eventuali strascichi, che al momento stanno interessando anche il Comune, chiamato ad occuparsi anche di altri decibel, quelli della musica a volume troppo alto che i bar diffondono soprattutto nel fine settimana e spesso oltre l’orario consentito dalla norma.
Simone Pagano