L’indagine non conosce sosta, la priorità è fare luce su ogni aspetto relativo al decesso dello studente universitario internazionale Charles Yeboah Baffour al Santa Scolastica di Cassino.
In attesa del conferimento incarico al medico legale che eseguirà giovedì l’autopsia sul corpo del 24enne, il pm Andrea Corvino, titolare del fascicolo sul quale sta operando senza sosta la polizia, ha iscritto nel registro degli indagati sette operatori sanitari.
Riflettori accesi sui medici che si sono avvicendati nei due turni durante i quali il giovane ghanese è stato prima visitato e sottoposto a tac cranica per appurare le conseguenze dovute alla caduta dal monopattino in piena notte, tra il 4 e il 5 aprile scorso. E su quelli che hanno poi preso di nuovo in carico, all’alba, il ragazzo che era rimasto nell’area del nosocomio e che ormai era in condizioni disperate.
Nel frattempo sono state avviate le procedure di verifica interne all’Asl di Frosinone: ieri si è svolto un audit nel corso del quale sono stati ascoltati i camici bianchi, dipendenti e non dell’Azienda Sanitaria. Al momento non è stato preso alcun provvedimento di sospensione.
La comunità cittadina e quella universitaria seguono ancora con incredulità l’evolversi della situazione e della vicenda giudiziaria. Sale lo sdegno per quanto accaduto in una struttura sanitaria pubblica che dovrebbe essere accogliente e attenta in tutte le circostanze. E si moltiplicano le ‘denunce’ pubbliche, soprattutto via social, di quanti lamentano le carenze dei pronto soccorso in particolare. Non solo di Cassino. Si punta il dito sulla carenza di personale, come del resto da anni denunciano anche le segreterie delle organizzazioni sindacali.
C’è anche l’appello di Codici Frosinone, attraverso il suo segretario avv. Giammarco Florenzani, a non demonizzare l’intera categoria di medici e paramedici, che purtroppo ogni giorno sono costretti a fare i conti con un sistema che fa acqua da tutte le parti. Criticità che necessitano di interventi risolutivi.
Non mancano le manifestazioni di solidarietà nei confronti dei familiari di Charles Baffour, che in Italia e soprattutto a Cassino aveva investito sul suo futuro formativo e professionale. In primis è l’Università di Cassino e del Lazio meridionale, che dal primo momento ha mostrato grande sensibilità nei confronti di questa triste vicenda, a dare un ulteriore segnale: