Sulla vertenza Fioteh di Cassino, lo stabilimento di stoccaggio e lavorazione di rifiuti ospedalieri pericolosi e non, sembra essere calato il silenzio.
Ma è proprio questo silenzio che preoccupa i cittadini, ed in particolare i residenti della zona Cerro/Solfegna dove ha sede l’azienda, che non hanno mai mollato la presa e cercano in ogni modo di ostacolare l’entrata in funzione dell’impianto, che dovrebbe lavorare 60.000 tonnellate di rifiuti l’anno.
L’ultima iniziativa è l’istanza in autotutela presentata alla Regione Lazio (Ufficio Ambiente e tutela del territorio), con ben 570 firme, che fa seguito al precedente ricorso al Tar, che respinse il ricorso per decorrenza dei termini.
Adesso i cittadini, cresciuti fino a quasi 600, tornano alla carica cambiando destinatario del ricorso ma non l’obiettivo.
Si sono rivolti alla Regione Lazio nel tentativo di smontare le valutazioni regionali alla base dell’autorizzazione all’operatività della Fiotech, come la VIA (Valutazione Impatto Ambientale) e AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale).
In particolare la certificazione secondo la quale l’impianto Fiotech sarebbe sostanzialmente una struttura “isolata”, in una zona, cioè, poco densamente abitata.
La documentazione presentata dai 570 residenti, invece, dimostra che nelle immediate adiacenze dello stabilimento vi sono una cinquantina di abitazioni ed altri immobili come scuole, case di riposo e strutture turistiche.
Un modo per informare ufficialmente, nero su bianco, sulla situazione urbanistica della zona sul tavolo delle istituzioni.