La Giunta Comunale di Cassino ha fatto marcia indietro ed ha revocato la delibera di giunta relativa alla proclamazione di Cassino “Civitas Mariae.
In una nota dal Palazzo Comunale, l’Amministrazione comunica che “nel pomeriggio di oggi, 5 Agosto, la Giunta Comunale ha revocato la delibera di giunta n. 162 dell’8 luglio scorso avente ad oggetto la Proclamazione della Città di Cassino ‘Civitas Mariae’. La revoca è stata determinata dalla considerazione degli effetti negativi sopravvenuti, amplificati dai mezzi di comunicazione, che hanno portato a divisioni nella popolazione di Cassino”.
La revoca della delibera era nell’aria e facilmente prevedibile dopo le polemiche generate in città, e non solo.
“Nella premessa sono stati richiamati gli articoli 7 e 8 della Costituzione secondo cui ‘lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani’ e che ‘tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge’”.
Adesso tutto resta nelle mani della Chiesa, in questo caso del vescovo della Diocesi di Sora-Cassino-Aquino e Pontecorvo, mons. Gerardo Antonazzo.
Sceglierà di soprassedere, vista la reazione divisiva dei cittadini e dei fedeli, oppure procederà senza indugio?
Una polemica a tratti anche infuocata, ovviamente tutto via social, che è partita con la richiesta inoltrata al sindaco e all’Amministrazione Comunale dai parroci della città di Cassino di dedicare la città alla vergine Maria Assunta.
La Giunta aveva aderito all’unanimità ma ora costretta a fare marcia indietro per non alimentare la polemica finita persino agli “onori” della cronaca nazionale.
La città si era divisa, come sugli spalti di una partita di calcio, tra i “tifosi” della madonna dell’Assunta (favorevoli alla proclamazione) e quelli di San Benedetto, ovviamente contrari.
Più di qualcuno aveva legato la decisione della Diocesi ad una contesa con l’abbazia benedettina nata con la mai digerita soppressione della Diocesi di Montecassino.