Il futuro dello stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano è la grande incertezza dell’intero territorio, della sua economia, del destino di migliaia di famiglie che dallo stabilimento ricavano uno stipendio.
Prima le riduzioni di personale ed i continui ricorsi alla cassa integrazione della FCA, poi la fusione della stessa FCA con Psa e le buone aspettative, ora i continui ricorsi ai Contratti di Solidarietà, ultimamente legati alla mancanza di semiconduttori.
Ma a preoccupare è il futuro prossimo, considerando che sullo stabilimento automobilistico cassinate, che a suo tempo dava lavoro ed occupazione a quasi 15.000 persone, arrivano poche ed incerte notizie previsionali da parte dell’azienda.
Molte speranze erano legate alla partenza della produzione del SUV Maserati Grecale, inizialmente prevista per la fine di questo anno; ed invece, se tutto va bene, se ne parlerà nel primo semestre del prossimo anno.
Ma gli osservatori evidenziano che, comunque, il solo Grecale, di cui ieri è stato realizzato il primo modello elettrico, che dovrebbe entrare in produzione ad aprile, non sarà sufficiente a dare nuovo e decisivo impulso all’occupazione e alla piena produttività dello stabilimento che, attualmente, lavora su un solo turno, e neppure tutti i giorni alla settimana.
E delle difficoltà di uno stabilimento in crisi si è parlato anche ieri nel corso di un’assemblea convocata dal PCI in sala Restagno del Comune di Cassino, alla quale hanno preso parte anche i sindacati.
E proprio i Sindacati manifestano i timori: il rischio di ulteriore riduzione del personale, il carico di lavoro aumentato e concentrato su un solo turno, la cassa integrazione a rotazione, gli stipendi fortemente ridotti.
E così si chiede la riapertura di un ‘tavolo tecnico’ al MISE ed il ripristino di un secondo turno, per abbassare il carico di lavoro e recuperare quote salariali perdute.
Ma quello che serve è conoscere davvero cosa voglia fare Stellantis dello stabilimento cassinate ma anche, e soprattutto, che venga assegnata a Cassino anche la produzione di un nuovo modello ‘di massa’, capace di assicurare volumi di vendita e livelli occupazionali superiori che certamente non potranno garantire le vendite del Grecale.
Cassino ha bisogno di costruire anche una macchina di basso-medio costo che sia in grado di assicurare vendite e produzioni, e quindi maggiore e stabile occupazione; come in passato è successo, ad esempio, con i modelli Fiat 126, Panda ed altri.
Da una parte ci sono migliaia di posti di lavoro a rischio dall’altra le speranze di nuova occupazione e di rilancio dello stabilimento.