Venti anni fa, il primo giugno del 2001, la studentessa di Arce Serena Mollicone fu uccisa e poi rinvenuta cadavere in un boschetto in comune di Fontana Liri, in località Fonte Cupa.
Una fonte che ora si chiama Serena, per ricordare la poveretta per il cui delitto ancora non esiste un colpevole.
E’ in corso un processo che vede sul banco degli imputati, con accuse a vario titolo, cinque persone, l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce Franco Mottola, la moglie Anna Maria, il figlio Marco, e due militari all’epoca dei fatti in servizio nella stazione arcese; la prossima udienza è fissata per l’11 giugno.
Ma questi giorni sono dedicati al ricordo di Serena.
Non solo ad Arce; in molte città campeggiano striscioni con la scritta “Serena vive”; ieri c’è stata una messa ricordo per il papà Guglielmo e domani un’altra per la stessa Serena.
Oggi, in località Fonte Serena di Fontana Liri familiari, istituzioni, amici, conoscenti e non, si raduneranno per ricordare la studentessa uccisa; lì fu ritrovata due giorni dopo la morte, il 3 giugno del 2001, impietosamente avvolta in una busta di plastica. A Sora, nel Liceo Gioberti, frequentato da Serena, sarà intitolato l’auditorium.
In attesa del processo.
Guglielmo e Serena Mollicone