Purtroppo, poco fa, i lavoratori dello stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano hanno avuto la comunicazione che anche domani resteranno a casa.
La Direzione dello stabilimento ha informato i dipendenti che l’8 febbraio non si lavorerà per mancanza di microchip e che le modalità di recupero saranno a suo tempo comunicate.
Lo stabilimento cassinate di Piedimonte San Germano, coinvolgendo anche le aziende dell’indotto, da molti mesi è preda di una crisi di cui non si riesce a vedere spiragli positivi.
La luce in fondo al tunnel compare e scompare continuamente; tra notizie di ottimismo e concretezze negative.
Infatti, alle poche e sporadiche ipotesi di rilancio si contrappongono settimanalmente i continui ricorsi alla cassa integrazione e ai contratti di solidarietà, oppure ai recuperi, le incertezze e i ritardi sull’avvio della produzione di nuovi modelli ed il ricorso agli esuberi.
L’azienda ha avviato il piano di esuberi negli stabilimenti italiani.
Si parla di 714 uscite volontarie di cui ben 173 potrebbero essere quelle nello stabilimento cassinate la cui forza lavoro scenderebbe ancora; a poco più di 3000 unità.
Soglia che sarà abbattuta nel corso dell’anno con i pensionamenti previsti.
Eppure, lo stabilimento cassinate, negli anni migliori era arrivato a dare lavoro e stipendio ad oltre 11.500 dipendenti.
Insomma, la situazione non è affatto rosea: la proprietà non offre certezze, la politica è silente e i lavoratori, con le loro famiglie ed il territorio, vivono nell’incertezza e con stipendi ridotti al minimo.
Potrebbe arrivare l’avvio della produzione del nuovo modello Suv Maserati, ma i volumi di vendita previsti non sono certo in grado di favorire nuova occupazione e rilancio economico.
Occorrerebbe un nuovo modello più ‘popolare’, di massa; in grado, cioè, di garantire volumi di vendita maggiori, nuova occupazione e far tornare operativo lo stabilimento almeno su due turni; ad oggi, tra fermi e riprese, si lavora su un solo turno.