Secondo la mappatura dei volontari dell’ANSMI, che si stanno interessando del fenomeno delle cosiddette ‘acque rosse, nel Rapido, i punti di immissione sarebbero almeno 35.
“In virtù del prossimo incontro presso il Ministero della Transizione Ecologica, l’ANSMI (Associazione Nazionale Sanità Militare Italiana), in questo fine settimana ha iniziato la mappatura delle immissioni dei fanghi rossi nell’alveo del fiume Rapido. Solo domenica – scrive l’Ansmi – sono stati individuati e fotografati 35 punti di immissione in 2 chilometri e mezzo di fiume, tra Sant’Elia Fiumerapido e Cassino. Nei prossimi giorni l’operazione ‘acque rosse’ andrà avanti, unitamente ai GRE (Gruppi Ricerca Ecologica), che sono stati sempre a nostro fianco per la ricerca della verità”.
Poi, l’Ansmi rilancia un altro problema ambientale dle territorio, quello dello smaltimento dei rifiuti.
“Tuttavia – infatti aggiunge – accanto al problema delle acque rosse continua lo smaltimento dei rifiuti attraverso la combustione, nel Cassinate persiste un problema non meno grave relativo alla presenza di numerosi roghi illegali di rifiuti altamente tossici che, ad oggi, non sono stati ancora oggetto di mappatura in quanto molti avvengono all’interno di abitazioni private oppure imprese artigianali (quali falegnamerie, autofficine, cantieri edili, ristoranti ecc. ecc). Per alcuni di questi roghi ci sono processi in corso. Fino a quando la popolazione non sarà sicura circa lo stato di salute del proprio territorio noi non ci fermeremo. Le intimidazioni che riceviamo lasciano il tempo che trovano. A tal fine, essendo la tutela dell’ambiente e della salute umana un’assoluta priorità per l’associazione e dovrebbe esserlo anche per la politica e degli stessi cittadini, ci poniamo a disposizione del Reparto Ambientale Marino delle Capitanerie di Porto e del CNR, a cui è stato affidato l’incarico di giungere finalmente alla verità sul presunto disastro ambientale”.