Cassinate – 15 ottobre 1972, nello stabilimento Fiat inizia la produzione della 126. Oggi le celebrazioni. Ma il futuro non è roseo

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Si celebra oggi il 50° anniversario dell’avvento dello stabilimento automobilistico Fiat, che portò nel Cassinate, e non solo, occupazione, sviluppo, crescita sociale ed economica.

Quello stabilimento, in pochi anni, arrivò ad occupare oltre 11.000 dipendent,i ed altre migliaia trovarono mano a mano posto nelle fabbriche dell’indotto, nella logistica, nella commercializzazione.

Fu un gioco di squadra, un senso di responsabilità, la catena politica giusta e l’interesse degli amministratori del tempo a costruire un futuro migliore per un territorio distrutto dalla furia bellica, piegato da lutti e distruzioni.

E’ grazie al senatore Giulio Andreotti se lo stabilimento, conteso da altre regioni e territori, fu insediato tra Cassino e Piedimonte San Germano; una dimostrazione della politica che funzionava.

La nascita ufficiale dello stabilimento risale al 22 gennaio del 1970, quando il ministro della Cassa per il Mezzogiorno, on. Paolo Emilio Taviani, firmò il decreto.

In soli due anni fu realizzato lo stabilimento in un territorio il cui popolo si portava avanti nel quotidiano con sofferenza e sacrificio; con il piccolo commercio, con l’edilizia della ricostruzione ma soprattutto con l’economia agricola.

In pochi mesi 4500 cassinati, gran parte provenienti proprio dall’agricoltura, trovarono posto in fabbrica, con uno stipendio fisso, dignitoso e giusto.

Le famiglie crescevano, e molte iniziarono ad avere la loro prima macchina, proprio le utilitarie Fiat che venivano vendute ai dipendenti con prezzi di favore.

Il territorio progrediva, la sola popolazione di Cassino, in quattro anni, è passata da 24.696 abitanti a 28.934; l’azienda andava bene e le piccole utilitarie della fabbrica torinese erano le preferite degli italiani e dei cassinati; a partire dalla mitica 126, la prima vettura prodotta a Cassino; produzione iniziata il 15 ottobre del 1972 (esattamente 50 anni fa) al ritmo di 920 vetture al giorno. Ed oggi la ricorrenza si celebra con una serie di appuntamenti a Piedimonte San Germano.

Ma, purtroppo, l’importanza dell’evento, e quello che ha significato la presenza della fabbrica italiana Fiat in questo territorio, deve fare i conti con la realtà odierna.

Lo stabilimento, che ora fa parte del gruppo francese Stellantis, pur producendo vetture di più marchi (come Alfa Romeo e Maserati), in questi ultimi anni ha progressivamente perso occupazione (attualmente in fabbrica ci sono meno di 3,000 dipendenti), la produzione è a turno unico (una volta si lavorava anche di notte) e peraltro a singhiozzo, anche a causa della carenza di materiali, con frequenti ricorsi agli ammortizzatori sociali.

I lavoratori percepiscono, di conseguenza, stipendi anch’essi ridotti, e per il futuro le prospettive non sono rassicuranti. Non a caso da tempo si … guarda  ad un futuro di ripresa economica territoriale diversificata che non sia più focalizzata sul settore automobilistico ma valorizzando le ricchezze e le potenzialità (cultura, storia, turismo gastronomico e religioso, ecc.).

Si guarda.

Il programma
14:00 raduno ed esposizione delle auto prodotte nello stabilimento;
15:00 taglio del nastro;
15:30 inaugurazione della mostra organizzata dalla Pro Loco di Piedimonte San Germano;
16:00 Consiglio comunale straordinario aperto;
18:00 Presentazione del libro “Dalla Fiat a Stellantis” di Francesco Di Giorgio; con i saluti del sindaco Ferdinandi e del presidente del Consorzio industriale del Lazio De Angelis. Relatori Gaetano De Angelis Curtis (presidente Cdsc), Natia Mammone (già deputato), Andrea Meccia (giornalista), Marco Dell’Isola (rettore Università di Cassino), Francesco Di Giorgio (autore) e Stefano Raucci (moderatore e giornalista).

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