“Chi sbaglia paga”: il consigliere di minoranza Alfonso Rosanova parla di ‘caso anomalo’ perché si tratta di un’area recintata (con cancello e chiavi) che dovrebbe essere controllata dal Comune.
Non accenna a chiudersi la querelle tra sindaco e gruppo consiliare ad Arce. Sul tavolo, resta la spinosa vicenda del sequestro, da parte del NIPAAF di Frosinone, di due aree a causa della presenza di rifiuti abbandonati e pericolosi. Buongiorno Arce, gruppo consiliare di minoranza, aveva tacciato il sindaco Luigi Germani di immobilismo oltre a stigmatizzare le condizioni che avevano portato al sequestro da parte del Gruppo carabinieri forestale. La replica di Germani era tesa a dimostrare che il comune si era attivato eccome, tanto che l’iter per la bonifica del sito era già avviato.
Adesso, torna alla carica il consigliere di minoranza Alfonso Rosanova (“Buongiorno Arce”) e parla di “vicenda emblematica perché simboleggia l’incapacità dei nostri amministratori e il degrado di Arce. La Procura del Tribunale di Cassino accerterà eventuali responsabilità penali ma è singolare che siano stati apposti i sigilli a un’area recintata del Comune, a ridosso dell’isola ecologica che dovrebbe servire proprio a favorire il corretto smaltimento dei rifiuti e nei pressi delle acque del Rio Cancello.
Cassonetti pieni di vernice, sacchi di fertilizzanti e di materiale da costruzione in cattivo stato, un serbatoio, rifiuti ferrosi, elettrodomestici. Un caso anomalo – prosegue Rosanova – perché non riguarda una zona all’aperto del territorio comunale ma un’area recintata (con cancello e chiavi) che dovrebbe essere controllata dal Comune.
Ancor più emblematico è il fatto che si cerchi di presentare come una nota di merito l’istanza di dissequestro e l’incarico finalizzato alla rimozione dei rifiuti e alla bonifica.
Né può essere una scusante l’asserita circostanza che i rifiuti erano lì da tempo di questa amministrazione o di quale parla perché appare evidente come sia mancata ogni forma di controllo diretto e indiretto. Inoltre, resta da chiarire la questione di una concessione gratuita e, a quanto pare, senza contratto di quell’area alla ditta che si occupa dello smaltimento dei rifiuti. Quel che è certo è che la bonifica costerà decine e decine di migliaia di euro che graveranno sulle casse comunali e, dunque, ancora una volta su tutti i cittadini di Arce.
Gli amministratori sbagliano e i cittadini pagano, come quando il Tar del Lazio ha condannato l’amministrazione a restituire un finanziamento regionale di 800.000 euro che doveva servire a completare il noto scheletro in cemento che deturpa il paese: una cartolina dell’incapacità a governare”.
E non finisce qui, perché Rosanova aggiunge che “l’abbandono di rifiuti speciali continua. Lo dimostrano i tanti sacchi di calcinacci lasciati in bella mostra davanti al serbatoio dell’acquedotto….”.