Frosinone inaugura 2016 con un amaro primato. Il capoluogo, infatti, durante i primi tredici giorni dell’anno ha registrato ben nove sforamenti di Pm10, risultando la città più inquinata del Lazio.
La media di Pm10 nel periodo, come rilevato dall’Arpa, è di 84 ug/m3, la più alta della regione, con Ceccano subito dietro a 83 microgrammi.
Il livello resta dunque preoccupante nonostante i controlli su ventimila caldaie, il divieto di accendere i camini e i provvedimenti sul traffico adottati dal sindaco, Nicola Ottaviani, come le targhe alterne in centro (che resteranno in vigore fino al 31 marzo) e l’obbligo di spegnere i motori dei veicoli merci nella fase di carico e scarico e durante le soste ai semafori.
Domenica 17, inoltre, è previsto un nuovo stop alle auto in centro, dalle 8 alle 18:00.
Sul piede di guerra le associazioni che non nascondono una notevole preoccupazione: “Con questo quadro di criticità ora si autorizza anche una centrale a biomasse al confine con Ferentino. Chiediamo più controlli sulle emissioni delle industrie e di affrontare anche il problema dell’aeroporto Moscardini, dove ci sono ben 19 impianti a gasolio“, dichiara Luciano Bracaglia, dell’associazione Frosinone Bella&Brutta, che aggiunge: “Non bastano le targhe alterne, bisogna realizzare parcheggi in periferia e collegare il centro con le navette. Altrimenti la gente continuerà ad ammalarsi per le polveri sottili“.
I livelli di Pm10 restano comunque alti anche a Ceccano, con 8 sforamenti, Cassino con 6 e Alatri 5.